“Una lucciola sul palmo della mano” con Elisabetta Salvatori
“Una lucciola sul palmo della mano” con Elisabetta Salvatori per l’ultima del teatro “alla giusta distanza”
Lo spettacolo di Elisabetta Salvatori è nel cartellone del Settembre Sangiulianese
“Una lucciola sul palmo della mano. Vita di Maddalena di Canossa” è uno degli spettacoli più recenti scritti e interpretati da Elisabetta Salvatori. E sarà la conclusione della stagione teatrale “alla giusta distanza” dell’associazione Molina mon amour.Lo spettacolo, che avrà luogo alla pieve di Pugnano, è anche nel cartellone del Settembre Sangiulianese, organizzato da TheThing Promozione Eventi in collaborazione con il Comune di San Giuliano Terme.
Appuntamento a sabato 12 settembre alle 21 in via Statale Abetone 269, Pugnano (PI).Anche il ricavato di quest’ultima serata sarà devoluto in beneficenza. Prenotazione obbligatoria: 3791913131.
La scheda e la genesi dello spettacolo a cura dell’autrice.
La vita di Santa Maddalena di Canossa è il filo conduttore dello spettacolo, ma alla sua storia si intrecciano vicende personali e fatti del nostro tempo.
Maddalena è una nobile Veronese della fine del 1700, una donna che mi pareva lontana e poco attuale, mi avevano chiesto di raccontare di lei e avevo detto di no. Poi è arrivato il Covid. Sistemando in casa ho trovato tre biografie su di lei che non sapevo di avere e c’è stata anche una coincidenza di date. Insomma, ho avuto la sensazione che a piccoli passi Maddalena si avvicinasse e l’ho fatta entrare nella mia vita. È un racconto pieno di fili, di rimandi e di cambi di punti di vista, come il montaggio di un film.
La sua infanzia: la morte del padre quando lei aveva cinque anni e il ricordo della morte della mia bisnonna quando ne avevo quattro.
La sua passione e la mia per la pittura: il suo palazzo affrescato dal Tiepolo e la mia scoperta di Lucio Fontana. Il tempo che ha passato in monastero a farsi domande e il nostro tempo della pandemia chiusi in casa ad ascoltare il mondo fuori e il mondo dentro di noi.
Quello che temevo come argomento lontano e poco attuale è diventato il più vicino: i santi sono imprevedibili, hanno l’orecchio dei jazzisti: ascoltano il ritmo, entrano, improvvisano e ti portano via.