Sabato 3 maggio “Scalpiccii sotto i platani”: lo spettacolo di Elisabetta Salvatori sulla strage di Sant’Anna di Stazzema

È uno straordinario spettacolo di teatro civile quello che chiude la stagione del teatro invernale 2025 di Molina mon amour. Dopo sei anni, torna sul palco del Magazzino di Antonio “Scalpiccii sotto i platani” scritto e interpretato da Elisabetta Salvatori.  Accompagnata dal violino di Matteo Ceramelli, l’attrice versiliese porterà sul palco di Molina mon amour uno dei suoi spettacoli più noti e apprezzati dedicato all’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema. Appuntamento a sabato 3 maggio 2025 alle 21. Ingresso riservato ai soci di Molina mon amour, costo 10 euro (dessert post spettacolo incluso). La prenotazione è obbligatoria e si può effettuare scrivendo al 3791913131 (solo WhatsApp). Il Magazzino di Antonio è in piazza Martiri della Romagna 26 a Molina di Quosa (PI).

La scheda dello spettacolo (fonte: teatridipistoia.it)
Elisabetta Salvatori ricostruisce e racconta gli ultimi momenti di vita degli abitanti del paese di Sant’Anna di Stazzema, luogo in cui molti sfollati avevano trovato rifugio dalla guerra, prima della strage del 12 agosto 1944 a opera del 16° battaglione SS della Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer guidato dai fascisti versiliesi e comandato dal maggiore Walter Reder: 560 morti in poco meno tre ore, donne, vecchi e persino 130 bambini, nel corso di una rappresaglia compiuta perché il villaggio non aveva rispettato il bando tedesco di abbandonare il paese. Il racconto riporta lo stato d’animo degli abitanti di Sant’Anna ma anche degli sfollati, uniti ad aspettare la fine della guerra, fra paura e mancanza di cibo, nei giorni precedenti all’eccidio, giorni che si snodano in modo apparentemente normale. Il 24 luglio nasce una bambina, che viene chiamata Anna. Il 26 luglio, giorno di Sant’Anna, c’è festa per le strade del paese. Il 10 agosto, la notte delle stelle cadenti, sotto i platani della piazzetta della chiesa, i bambini fanno un girotondo e qualcuno ricorda ancora lo scalpiccio dei loro piedini. Due giorni dopo, si sentono salire lunghe file di soldati, fra canti e il suono di un organetto. Elisabetta Salvatori, per realizzare quest’opera, ha ascoltato i racconti di quei pochissimi sopravvissuti, le testimonianze dirette di coloro che, bambini, vissero quel tragico giorno: laddove la storia personale di questi figli della Versilia si intreccia drammaticamente alla storia collettiva, sorgono le parole dello spettacolo, in memoria delle persone uccise e delle loro storie di sofferenza, di lutti, di amore e di coraggio.

La biografia dell’autrice
Elisabetta Salvatori nasce in Versilia. Dopo gli studi artistici scopre il teatro e comincia a raccontare. Inizia con le favole: ogni storia che racconta è racchiusa in una valigia, come un piccolo teatrino viaggiante. Poi si avvicina alla narrazione per adulti e in scena rimane solo la sua voce che in alcuni racconti, quelli dedicati alla sua terra, sa intrecciarsi al dialetto versiliese con delicatezza e maestria. Si occupa di teatro del sacro, teatro civile e storie di passioni riconducibili a personaggi reali pubblici o sconosciuti. Le vicende che sceglie sono vere, le raccoglie incontrando anime, luoghi e tradizioni con la curiosità di chi sa scoprire episodi rimasti nascosti; ne documenta l’origine con cuore e perizia per poi riportarle alla luce e riconsegnarle al pubblico con la cura e la passione di una restauratrice. Il linguaggio è intimo, reale, semplice e per questo dirompente, rende vive le sue trame, cattura chi ascolta. Sentire la sua voce, con tutti i suoi colori, porta lontano, pur restando vicinissimi.

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